Jennifer è il terzo spettacolo di una trilogia di teatro femminista. 

Ha il sapore di una commedia, un musical, una sitcom. 

Jennifer tenta di sovvertire lo sguardo, scardinare stereotipi, cambiare la rappresentazione. Tutto quello che accade nello spazio scenico è un artificio, ogni gesto, ogni oggetto, ogni emozione. Un cosmo che appare spontaneo, ed è invece frutto di una costruzione meticolosa. Quel luogo inventato ci permette di generare un’immagine non pensata, una nuova narrazione. A chi non è capitato di trascorrere il tempo nella vana speranza che il suono del telefono allevi il peso della solitudine. Jennifer si destreggia nel suo spazio circoscritto, alla ricerca di una stazione radio e di una felicità lontana. 

Desideravi tanto appartenere che ti sei persa nello sguardo di qualcun altro. Ma capisci che quello sguardo è da sovvertire? Che proprio perché sei qui puoi assumere qualsiasi forma desideri? 

Qualcosa ci induce a cambiarne la sorte creando per Jennifer un destino più ampio.